La coltivazione delle ciliegie al giorno d’oggi pone l’agricoltore di fronte a nuove sfide determinate dalle condizioni climatiche avverse e imprevedibili, da nuovi parassiti che alterano la qualità del frutto e da condizioni di mercato sempre più competitive.
In uno scenario di questo tipo è importante impostare il frutteto nel modo migliore per ottenere una produzione abbondante e di qualità e proteggerla da tutte le minacce ambientali, garantendo all’agricoltore la giusta remunerazione per il suo lavoro.
Chi sceglie Valente sceglie un partner che, con esperienza, professionalità e prodotti al top, lo sostiene nel raggiungimento dei propri obiettivi.
Per migliorare il rendimento delle colture dei nostri clienti e salvaguardarle dalle minacce atmosferiche e ambientali, infatti, ogni tipologia di impianto completo Valente può essere dotata di diversi sistemi di copertura, anche combinati tra loro, denominati ValenteProtect©.
Sono coperture POLIFUNZIONALI, capaci cioè di svolgere più funzioni contemporaneamente, ma ognuna con una propria caratteristica distintiva che la rende particolarmente performante ed indicata in determinati ambiti di utilizzo.
La pioggia è uno dei nemici principali per la coltivazione delle ciliegie, soprattutto durante il periodo di invaiatura quando i frutti, se vengono a contatto con la pioggia, si gonfiano e si spaccano diventando inservibili (fenomeno conosciuto come cracking).
La soluzione più efficace per contrastare questo problema è quella di adottare delle coperture antipioggia che proteggano i frutti e ne riducano l’umidità sulla superficie.
Si tratta di una protezione concentrata su un periodo relativamente breve (30-40 gg max), e dopo la raccolta la copertura deve essere facilmente richiudibile.
Il sistema ValenteProtect© Pioggia è stato ideato con questo obiettivo e si compone di una tensostruttura costituita da pali in cemento armato precompresso, collegati tra loro da fili e funi in acciaio, tenuti in tensione da appositi ancoraggi infissi nel terreno.
In questa struttura viene installato il telo antipioggia, il quale ha il compito di coprire interamente i filari del ceraseto e di proteggerli in caso di intemperie.
La struttura a tre strati del telo anti-pioggia (trama, ordito e plastificazione), inoltre, dà luogo al fenomeno della luce diffusa che facilita la graduale maturazione delle culture, con il beneficio di prolungarne la raccolta nel tempo e ottenere cosi una maggiore presenza sul mercato.
Rispetto ad un impianto antigrandine, l’impianto antipioggia prevede una struttura di pali intermedi più ravvicinati tra loro e ancorati a terra, come i pali perimetrali.
I teli antipioggia realizzati in film plastico retinato impermeabile e UV resistente, possono essere fissi o apribili a seconda della tipologia di sistema ValenteProtect© Pioggia prescelto.
Il sistema ValenteProtect© Pioggia offre benefici su più fronti:
protegge le coltivazioni dai danni causati dalla pioggia
offre una protezione parziale mitigando gli effetti di un’esposizione diretta alla grandine
protegge dalle escursioni termiche ed è addirittura capace di regolare la temperatura all’interno della struttura per un clima equilibrato tutto l’anno
si comporta come barriera contro il vento, diminuendo i danni da sfregamento dei frutti
facilita la graduale maturazione delle culture
limita l’ingresso di insetti dannosi nelle aree protette
Il sistema Rain prevede una copertura protettiva, composta da teli antipioggia, progettata per difendere il ceraseto da eventi metereologici avversi anche di grande intensità.
Il telo viene fissato alla struttura con una corda elastica, in modo da garantire lo scarico delle sollecitazioni del vento ed evitare lo strappo del telo stesso.
In caso di necessità, il sistema Rain consente anche l’utilizzo combinato sia dei teli impermeabili che delle reti antigrandine con la possibilità di essere aperti simultaneamente, garantendo la protezione ottimale durante tutta la stagione vegetativa.
Il sistema Rainplus viene utilizzato per coprire piante molto alte (fino a 5 metri) e sviluppate in volume.
Anche il sistema Rainplus consente l’utilizzo combinato sia dei teli impermeabili che delle reti antigrandine.

In caso di utilizzo anche della rete antigrandine, la rete utilizzata sarà sempre leggermente più larga dei filari per ottenere la giusta inclinazione ed elasticità, in modo tale da sopportare al meglio la sollecitazione della grandine. Nel punto di unione delle reti si formeranno delle aperture che consentiranno un eventuale deflusso della grandine.
Nel sistema Multishield due teli antipioggia retinati, vengono stesi indipendentemente nella parte superiore di ogni filare, per coprire le piante e i loro frutti. I due teli vengono poi collegati tramite anelli a tre fili longitudinali (uno di colmo e due centrali), che ne permettono lo scorrimento per l’apertura e la chiusura stagionale dell’impianto, rendendo il lavoro più pratico, veloce e sicuro.
Il sistema Multishield consente l’utilizzo combinato sia dei teli impermeabili che delle reti antigrandine con la possibilità di essere aperti simultaneamente, garantendo la protezione ottimale durante tutta la stagione vegetativa.
L’apertura può essere effettuata manualmente oppure tramite un sistema rapido e automatico di scorrimento di teli antipioggia.

Ogni campata del filare può essere aperta in modo indipendente dalle altre, consentendo una più mirata gestione del frutteto. La struttura “a binario” consente inoltre una migliore ventilazione sotto la copertura, riducendone la temperatura all’interno.
La grandine è uno dei pericoli più devastanti per i ciliegi, soprattutto in prossimità della raccolta.
La soluzione più efficace per contrastare questo problema è quella di adottare delle coperture antigrandine che proteggano i frutti.
Il sistema ValenteProtect© Grandine, anche abbinabile al sistema ValenteProtect© Pioggia, è composto da una tensostruttura costituita da pali in cemento armato precompresso, collegati tra loro da fili e funi in acciaio, tenuti in tensione da appositi ancoraggi infissi nel terreno.
Su questa struttura viene installata la rete antigrandine, la quale ha il compito di coprire interamente i filari del frutteto, proteggendoli e resistendo al meglio alle intemperie, anche di forte intensità.
Il sistema ValenteProtect© Grandine offre benefici su più fronti:
protegge le coltivazioni dai danni causati dalla grandine
riduce l’irraggiamento solare diretto
attenua l’intensità del vento proteggendo colture o strutture
limita l’ingresso di insetti dannosi nelle aree protette
Il sistema Hail prevede una copertura protettiva, composta da reti antigrandine, progettata per difendere il frutteto da eventi metereologici avversi anche di grande intensità.
Le reti vengono fissate sul filo di colmo tramite placchette posizionate al centro lungo cimosa centrale che, oltre ad avere la funzione stabilizzante dell’impianto, serve a sostenere la rete ed il peso della grandine depositata.
Il sistema Hailplus viene utilizzato per coprire piante molto alte (fino a 5 metri) e sviluppate in volume.

Il sistema sopra descritto rappresenta tutt’ora lo standard di riferimento per gli impianti con copertura antigrandine, ma i cambiamenti climatici e i conseguenti eventi atmosferici sempre più intensi negli ultimi anni stanno mettendo a dura prova gli impianti strutturati in questo modo, soprattutto in termini di sicurezza e di durata.
Il vento è una delle variabili più critiche per le reti; l’assorbimento delle forti sollecitazioni senza che venga compromessa l’integrità della rete stessa e dell’intera struttura è una tematica prioritaria per produttori ed installatori.
In Valente siamo costantemente alla ricerca di nuovi metodi progettuali e produttivi per far fronte a tali criticità, con l’obiettivo di incrementare la sicurezza degli impianti e migliorare la vita di installatori ed agricoltori.
Abbiamo quindi ripensato alcuni aspetti dello standard attuale e ideato un sistema denominato Konnet che riteniamo possano raggiungere questo obiettivo; vediamolo nel dettaglio.

Partiamo dal presupposto che l’impianto è strutturalmente identico al classico impianto antigrandine attuale, con un’unica differenza che sta nella modalità d’installazione della rete antigrandine. In questa nuova modalità, infatti, le reti non saranno più molto larghe ed installate “a cavallo” del filo di colmo, ma saranno due mezzi teli installati uno a dx e uno sx del filare, la cui installazione sarà sempre mediante placchette al filo di colmo e placchette nel centro filare.
Nella pratica, le reti vengono stese a terra e successivamente sollevate con una delle due cimose lungo il filo di colmo. Successivamente, tramite specifiche placchette Valente, si va a fissare la rete lungo il filo di colmo. Ogni filare avrà quindi rete dx e rete sx che si accavallano lungo il filo di colmo andando a chiudere ogni possibile buco ed evitando il passaggio della grandine. Le placchette di colmo non saranno più a 1,5 mt come il precedente sistema ma passano a 50 cm di distanza l’una dall’altra.
Questa nuova metodologia d’installazione, già ampiamente testata in campo, presenta numerosi vantaggi:
Gli insetti rappresentano una delle principali minacce per la coltivazione delle ciliegie, poiché possono compromettere sia la quantità che la qualità commerciale del raccolto. I frutti del ciliegio sono particolarmente delicati e sensibili agli attacchi di insetti che agiscono dall’esterno o dall’interno, causando danni estetici, marciumi e perdita di valore.
Il sistema ValenteProtect© Insetto è stato ideato con l’obiettivo di contrastare efficacemente questo problema e rappresenta un'integrazione ai sistemi di copertura superiori offerti da Valente.
Prevede l’aggiunta di reti perimetrali anti-insetto, sia frontali che laterali, che consentono di chiudere completamente l’impianto. In questo modo, oltre alla protezione dall’alto fornita dalla copertura antigrandine o ombreggiante, si ottiene una difesa efficace contro gli insetti anche sui lati, garantendo una protezione totale delle colture.
Il sistema denominato Monoblocco è applicabile a tutti i sistemi con copertura Valente. Prevede la chiusura perimetrale dell’intero lotto, inclusa la zona delle capezzagne, utilizzando una specifica rete anti-insetto o la stessa rete impiegata per la copertura superiore.
Questo permette il transito dei macchinari all’interno dell’appezzamento e trasforma l’impianto in una struttura chiusa ed efficiente, capace di proteggere le colture sia dagli insetti sia dalle avversità atmosferiche.
L’accesso all’impianto è garantito tramite apposite porte, che, una volta attraversate dai mezzi, vengono richiuse per evitare l’ingresso di insetti indesiderati.

Esistono diverse tipologie di chiusure che prevedono di stendere una rete anti-insetto partendo dalla sommità dei pali ed appoggiandola direttamente sulle funi di ancoraggio.
Nel caso della Chiusura frontale semplice, il fissaggio in basso, sugli ancoraggi avviene attraverso delle placchette e può essere aperta e richiusa in qualsiasi momento.
Semplice e molto economica, la chiusura viene movimentata manualmente e si riescono ad aprire uno o due filari alla volta.
Nel caso del Tubo avvolgitore, invece, la rete in basso viene avvolta su un tubo trasversale che servirà da avvolgitore per la rete stessa durante le fasi di apertura e chiusura, con un movimento che fa girare su sé stesso il tubo e quindi la rete fissata sullo stesso.
Il movimento viene garantito da un meccanismo moltiplicatore di potenza azionato a mezzo di avvitatore elettrico e può aprire fino a ottanta metri di rete in un’unica soluzione.
A differenza della soluzione Monoblocco, la copertura Monofilare non è applicabile a sistemi di copertura superiori del frutteto, rappresentandone un’alternativa, e può essere installata solo in loro assenza.
Tale sistema di copertura prevede di sigillare completamente ogni singolo filare offrendo le migliori garanzie di impermeabilità agli insetti di dimensioni medio-piccole, garantendo alla pianta un adeguato spazio per la crescita della vegetazione per mezzo di un sistema di distanziatori ad elastici che tengono tesa la rete posta sulla sommità delle piante.
Il sistema monofilare è studiato per contenere al massimo i danni provocati dagli insetti, in particolare dalla Carpocapsa e dalla Cimice asiatica.
Inoltre, questa soluzione svolge anche una funzione antigrandine, offrendo una protezione aggiuntiva alle colture contro eventi atmosferici estremi.


Il "cracking" è un fenomeno che colpisce le ciliegie, causando la rottura dell'epidermide del frutto, soprattutto dall’ivaiatura sino alla maturazione e in concomitanza con piogge intense. Questo difetto estetico non solo rende i frutti non commercializzabili ma favorisce anche l'ingresso di patogeni, causando marciumi e altre malattie.
Essendo il cracking riconosciuto come la problematica principale nella difesa in ceraseto, i frutticoltori devono adottare metodi di prevenzione efficaci per poter mitigare i danni e non incorrere in ingenti perdite economiche.

La protezione dal cracking prevede l'utilizzo di diversi sistemi: chimici, tecnico fisici e genetici.
Ovviamente le nostre soluzioni rientrano nel gruppo dei sistemi tecnico fisici, sui quali esiste ormai un’ampia bibliografia scientifica di prove sperimentali e osservazionali in campo che ne conferma l’efficacia in relazione a diversi parametri.
Oltre a garantire una significativa riduzione dei danni alla ciliegia, infatti, le coperture permettono anche un adeguato passaggio della radiazione luminosa e della ventilazione, senza quindi incidere negativamente sulla fotosintesi e sulla resa finale del frutto.
Infine, i teli antipioggia si rivelano funzionali anche nel proteggere il ceraseto dagli attacchi di Drosophilla suzukii, fornendo quindi una doppia protezione che rende ancora più giustificabile l’investimento iniziale.
Siamo partiti più di 60 anni fa con la produzione di pali in CAP, crescendo man mano fino a diventare uno dei pochi produttori sul mercato in grado di fornire al cliente un impianto chiavi in mano che soddisfi appieno le sue esigenze agronomiche e imprenditoriali.
In Valente abbiamo un motto: “Non esiste Innovazione senza Tradizione”. Fin dalla nostra fondazione abbiamo sempre seguito un doppio binario, consolidando e perfezionando ciò che funzionava ed allo stesso tempo ricercando nuove soluzioni che potessero portare reali miglioramenti alla frutticoltura. Nessun salto nel vuoto ma una politica di piccoli passi che ci ha permesso di essere sempre avanti, pur mantenendo e garantendo al cliente uno standard qualitativo dei prodotti al top.
Solo nell’ultimo anno abbiamo realizzato più di 2.000 ettari di frutteto in Italia e nel mondo, di cui l’80% coperti.
I clienti si affidano a noi chiedendo sempre più spesso soluzioni chiavi in mano, dalla progettazione all’installazione dell’impianto completo. E anche quando le condizioni metereologiche non sono delle migliori, dormono sonni tranquilli.
È il sogno di ogni agricoltore: realizzare un frutteto con i migliori standard qualitativi di mercato e garantito contro ogni avversità atmosferica. È possibile? Certo, basta abbinare all’impianto Valente la garanzia Sikuro.
Eventuali danni da grandine, vento forte, uragani, bufere, tempeste e trombe d’aria, fulmini, neve sono coperti dalla garanzia.
Materiali al top, installazione a regola d’arte e garanzia completa contro ogni avversità: what else?
Sappiamo bene dai feedback dei nostri clienti quanto un impianto facile e veloce da installare possa far risparmiare all’agricoltore una quantità di tempo e, soprattutto di denaro, considerevole. Allo stesso modo, la manutenzione periodica annuale, che prevede la ritensionatura di fili e funi, ed ogni altra eventuale manutenzione straordinaria, diventano una passeggiata se l’impianto è stato realizzatore con e le necessarie accortezze ed i giusti accessori.
Un impianto Valente è per sempre (semi cit.). Beh forse per sempre è troppo, vi bastano 30 anni? Abbiamo clienti con impianti che hanno superato abbondantemente questo traguardo, ed altri che, trovandosi a dover riconvertire la produzione frutticola, hanno mantenuto gli stessi impianti realizzati più di 25 anni fa, modificando solo alcuni dettagli necessari alla coltivazione delle nuove colture. Perché? “Perché erano ancora in ottime condizioni”.

Il telo anti-pioggia è un tessuto in rafia plastificato su un lato ed è utilizzato per coprire e proteggere adeguatamente le colture dai danni causati dalla pioggia.
Tramite un processo brevettato di saldatura si applicano cimose laterali rinforzate (triplice strato di tessuto), essenziali per un fissaggio sicuro alla struttura; l’intero telo è impermeabile, ha una notevole robustezza meccanica e resistenza agli strappi.
Inoltre, sul bordo del telo vengono realizzati dei fori in modo da poter inserire i ganci o i moschettoni di fissaggio alla struttura.
Le caratteristiche tecniche del telo anti-pioggia sono le seguenti:
Valente offre un sistema rapido e automatico che consente di aprire e chiudere i teli anti pioggia come fossero un ombrello, per una gestione ottimale del ceraseto.
Questa tecnologia innovativa, installate esclusivamente sulla struttura MultiShield, offre grandi vantaggi e rappresenta per gli agricoltori una soluzione completa, efficace, flessibile e sicura per la protezione dei propri raccolti.
La particolare disposizione dei teli dell’impianto Multi-shield consente infatti all’operatore di farli scorrere sul telaio della struttura, in modo da gestire l’apertura e la chiusura a seconda delle necessità, con il grande vantaggio di lasciar crescere le piante in condizioni normali per la maggior parte del tempo, per poi coprirle solo nel momento del bisogno, ovvero quando c’è effettivamente il rischio pioggia, favorendone lo sviluppo ottimale.
Il sistema Valente rende tale operazione veloce ed efficace, permettendo ad un singolo lavoratore di chiudere o aprire la copertura di una fila di cento metri in meno di un minuto, vale a dire che sono necessari 20 minuti per un ettaro di terreno.
Nei ceraseti italiani, diversi insetti possono compromettere la qualità e la resa delle ciliegie. Ecco i principali nemici da tenere d’occhio:
LA MONILIA DEL CILIEGIO
La monilia è una delle malattie più diffuse e facilmente riconoscibili del ciliegio; deriva da due parassiti diversi, chiamati Monilia laxa e Monilia fruttigena, che sono incentivati nella loro azione se si muovono in un terreno particolarmente umido e senza che la pianta sia potata e disinfettata nella maniera corretta.
Il periodo più pericoloso è la primavera, quando le temperature iniziano a salire e l’irrigazione può essere più abbondante, con il rischio maggiormente elevato che si formino degli accumuli di liquidi e dei ristagni che facciano proliferare il fungo.
È facile riconoscerla quando le foglie, i fiori o i frutti si fanno improvvisamente più scuri, come se fossero ricoperti da una coltre di muffa grigia piuttosto spessa e compatta, che tende a marcirli dall’esterno verso l’interno e portare alla caduta.
I rami appaiono invece secchi, con alcune fessure che sono indice della malattia, all’interno delle quali le spore proliferano e dove possono insidiarsi anche altre varianti di batteri diversi.
IL CORINEO DEL CILIEGIO
Il corineo è anche detto nel gergo comune impallinatura, proprio a sottolineare come la malattia si manifesti con delle piccole macchioline che tendono a colpire ogni parte della pianta, a partire dalle foglie.
Il colore caratteristico di queste anomalie è un rosso che tende al viola e a formare un caratteristico alone che si allarga su tutta la superficie, portando la foglia o il frutto alla caduta e alla morte.
Inoltre, la patologia si riconosce per i piccoli buchi che si formano all’interno dell’alone, così come sui rami in prossimità delle gemme, che non hanno proprio la capacità di sbocciare e quindi di trasformarsi.
Le ciliegie mostrano poi delle incrostazioni difficili da rimuovere che impediscono al frutto di essere commestibile.
Si tratta di un’altra malattia fungina che si manifesta soprattutto in primavera, quando la temperatura è molto umida e le spore trovano terreno fertile per la proliferazione.
IL CANCRO BATTERICO DEL CILIEGIO
Il nome sembra piuttosto minaccioso e di fatto questa è una delle patologie più pericolose che possono colpire la varietà.
Non si tratta in questo caso dell’azione di un fungo bensì di un batterio, che ama annidarsi nelle drupacee di vario genere e portare alla loro morte precoce, facendo seccare prima i rami nella parte terminale fino ad arrivare al cuore dell’albero e alle sue radici.
I sintomi del cancro batterico sono delle macchie scure che si manifestano in maniera irregolare sulle foglie, con degli aloni più chiari e sfumati e delle parti necrotiche a carico delle aree legnose, come i rami e il tronco.
I MARCIUMI DEL CILIEGIO
Tra le patologie più comuni che possono colpire il ciliegio troviamo i marciumi, che sono provocati da diversi fattori.
Il primo è un’irrigazione eccessiva di un terreno già molto umido di suo, che pertanto forma delle pozze e dei ristagni idrici, che portano al deperimento delle radici estendendosi verso l’alto.
Il secondo fattore sono invece alcune tipologie di funghi, che si manifestano con questa modalità e che pertanto vanno trattati con procedimenti a base di zolfo e altri antibatterici e antisettici. Uno dei funghi che colpisce maggiormente il ciliegio nel vignolese e già presente in Puglia è l’Armillaria mellea, fungo che si vede sulle radici con una colorazione biancastra che può portare alla morte delle piante. Questo è presente maggiormente nei terreni ove da molto tempo viene coltivato il ciliegio.
Per prevenire questo fenomeno, è opportuno quindi fare attenzione alla preparazione del terreno, modulando l’acqua a seconda delle condizioni atmosferiche e procedendo a una potatura tattica delle parti secche e malate, per evitare che possano pregiudicare i frutti.
IL NEBBIO DEL CILIEGIO
Detto anche seccume fogliare, si tratta di una patologia che tende a manifestarsi soprattutto in estate, ed è provocata non dalla scarsa quantità di acqua come erroneamente si può pensare, ma da un fungo chiamato Gnomonia erythrostoma.
Spesso si agisce quindi troppo tardi a causa di questa incomprensione, ma è possibile riconoscere la differenza notando delle chiazze gialle con alone rosso che circonda, che tende a scurirsi quando la necrosi è ormai in una fase troppo avanzata.
La foglia ormai secca tende a staccarsi e a lasciare la pianta spoglia.
Come ogni altra infezione con questa fonte, il segreto è ricorrere a un prodotto a base di zolfo o al classico Verde Rame, così da fermare la proliferazione delle spore, avendo però l’accortezza di togliere la parti ormai danneggiate che non sono recuperabili e incentivano solo la diffusione della malattia.
LA RUGGINE DEL CILIEGIO
Simile alla precedente come sintomi, questa malattia si manifesta con delle macchie marroncine collocate principalmente sulla pagina superiore della foglia, che si scurisce progressivamente fino a morire e cadere.
La patologia si propaga poi ai rami, impedendo ai germogli di sbocciare e quindi non portando alla formazione del frutto.
Le pustole di colore bianco che accompagnano questa condizione possono essere sconfitte con uno spray a base di rame, disinfettante e antimicotico, unendo una componente di zolfo per un’azione strong.
AFIDE NERO DEL CILIEGIO
Ecco una malattia che può essere riconosciuta facilmente, poiché si sviluppa a seguito dell’infestazione di piccoli insetti neri che sono visibili a occhio nudo.
Questi pungono i germogli del ciliegio e delle altre piante da frutto, depositando un elevato numero di altri giovani afidi che fanno la stessa cosa.
L’albero muore quindi in poco tempo se non si corre subito ai ripari, portando alla nascita di ciliegie piccole, deformi e non commestibili.
L’unica soluzione è ricorrere a un insetticida specifico oppure operare una vera e propria disinfestazione per mano di un professionista.
L’uso delle coperture su frutteto, oggi divenuta consuetudine per la maggioranza delle colture improntate a forme di allevamento moderne, ha in realtà una storia piuttosto recente. Negli anni 60, quando la nostra azienda si è affacciata sul mercato con la produzione di pali in cemento armato precompresso, l’idea di coprire il frutteto non era di certo fra le priorità degli agricoltori ma, come risulta evidente oggi, molte cose sono cambiate in poco più di 60 anni.
A partire dagli anni '80, alla protezione dalla grandine si sono presto aggiunte nuove esigenze, come la protezione dagli insetti, dalla pioggia, dal vento e dal sole.
L’esperienza maturata in questi anni ha però portato negli ultimi tempi a far emergere altri due nuovi aspetti che si stanno rivelando fondamentali.
Il primo è che tali coperture, oltre ad assolvere alle loro funzioni specifiche, possono essere in realtà polifunzionali, cioè in grado di svolgere più compiti e offrire diversi tipi di protezione.
Il secondo è che le coperture garantiscono anche un microclima migliore alle colture sotto diversi aspetti, creando un ambiente più favorevole per la crescita delle piante e aumentando la produttività e la qualità dei frutti.
La bibliografia scientifica in merito è ormai piuttosto corposa e, pur con i necessari distinguo legati al tipo di copertura, alla coltivazione ed alle caratteristiche dei diversi territori, è concorde nel certificarne i benefici in riferimento ai seguenti parametri.
Benefici vitali, soprattutto se consideriamo che la situazione ambientale sta continuando ad evolversi e complicarsi, presentando inverni miti e gelate tardive, piovosità concentrata e di maggiore intensità, frequenti eventi grandinigeni, eccesso di vento e insolazione e aumento dei patogeni alieni.
Uno scenario che porta a una sola considerazione: fare frutticoltura senza i sistemi di copertura del frutteto è ormai impensabile.
Ovviamente esistono soluzioni di diverso tipo, dai tradizionali impianti anti-grandine a quelli multifunzione completi di rete anti-insetto, monofilari o monoblocco e con diversi livelli di automazione, ma tutti forniscono un contributo positivo che, pur rappresentando un investimento iniziale significativo, porta benefici a lungo termine in termini di miglioramento della qualità e quantità della produzione in grado di giustificare ampiamente i costi.
Sezione | Lunghezza | Armatura | Peso | Dimensioni |
| 6×6 | Da 2,00 a 3,80 m | 8 fili = 4 trecce 2×2,25 | 8 kg/m | ![]() |
| 7×7 | Da 2,50 a 4,70 m | 8 fili = 4 trecce 2×2,2512 fili = 4 trecce 3×2,25 | 11 kg/m | ![]() |
| 7×8 | Da 2,50 a 5,50 m | 12 fili = 4 trecce 3×2,25 | 12 kg/m | ![]() |
| 8×8 | Da 2,50 a 5,50 m | 12 fili = 4 trecce 3×2,25 | 15 kg/m | ![]() |
| 9×9 | Da 2,50 a 5,50 m | 12 fili = 4 trecce 3×2,2518 fili = 6 trecce 3×2,25 | 19 kg/m | ![]() |
| 8×12 | Da 2,70 a 5,80 m | 18 fili = 6 trecce 3×2,25 | 25 kg/m | ![]() |
| 14×14 | Da 4,20 a 5,80 m | 36 fili = 12 trecce 3×2,25 | 42 kg/m | ![]() |
Le strutture che realizziamo sono delle tensostrutture e di conseguenza vanno ancorate a terra per garantire la tensione permanente degli impianti.
Abbiamo bisogno quindi di elementi che, infissi nel terreno, siano in grado di garantire adeguata tenuta e stabilità. Sono di foggia e dimensioni differenti per adattarsi alle variegate tipologie e resistenze del terreno.

Questo tipo di ancoraggio prefabbricato è composto da un’asta e una piastra in calcestruzzo armato.
Viene utilizzato quando il terreno presenta ghiaia o roccia al suo interno o in presenza di terreni estremamente sabbiosi.
Le eliche esagonali non vengono zincate in quanto gli spessori dell’acciaio e il diametro dell’asta sono sufficientemente rilevanti da ridurre al minimo il pericolo di corrosione perforante.
Questo tipo di ancoraggio è ideale per la realizzazione di impianti di copertura anti-grandine, anti-pioggia o ombreggianti in terreni privi di ghiaia o roccia.

Il filo zincato STRUKTURASTEEL è in acciaio ad alto contenuto di carbonio (maggiore di 0,6%) rivestito con una lega in zinco e alluminio: è trafilato in diametri variabili tra 1,60 e 4,00 mm e serve a collegare tutti i pali intermedi, creando l’appoggio per le piante e il fissaggio dei rami. Serve, inoltre, a collegare le estremità dei pali quando si prevede di appoggiarvi sopra un materiale di copertura come, per esempio, la rete anti-grandine.
Le funi sono utilizzate per collegare il palo all’ancoraggio nei sistemi con tirante posteriore. Sono utilizzate, inoltre, nei sistemi antigrandine come collegamento longitudinale e trasversale tra i pali, con funzione stabilizzatrice.
Le funi, formate dall’intreccio di fili di acciaio, sono molto flessibili e facilmente adattabili alle parti da fissare.
La quantità dei fili varia in base all’utilizzo che se ne fa e di conseguenza alla resistenza che si vuole ottenere.
La fune ROPSTEEL viene proposta anche in una versione zincata e plastificata; è rivestita con una guaina in pvc nera in modo da avere la superficie di contatto con la rete perfettamente liscia, evitando l’usura precoce della rete a causa dello sfregamento.
Inoltre, per facilitare le operazioni di installazione e renderle molto rapide e sicure, è stata creata una fune tagliata a misura e già asolata.
Nelle coltivazioni di piccoli frutti come fragole, mirtilli, more, lamponi e ribes, diversi insetti possono causare danni significativi, sia alla pianta che ai frutti. Ecco i principali:
🐛 Insetti comuni a più specie
🍓 Fragole
🫐 Mirtilli
🍇 Lamponi e more
🍒 Ribes
La rete anti insetto è realizzata dalla tessitura di monofilo plastico e viene utilizzata per coprire e proteggere adeguatamente le colture dai danni causati dagli insetti, soprattutto la DROSOPHILA SUZUKI, la CARPOCAPSA e la CIMICE ASIATICA.
Il materiale utilizzato per la realizzazione delle reti anti insetto è il polietilene ad alta densità (HDPE). Il filo utilizzato è realizzato per estrusione, fondendo e facendo passare attraverso delle griglie forate (estrusori) la materia prima; successivamente viene termostabilizzato, ovvero viene riscaldato per far diminuire tutte le ritrazioni che normalmente presenta il materiale plastico esposto a fonti di calore anche modeste.
La rete antinsetto è realizzata lavorando il monofilo con una particolare tecnica chiamata tessitura a telaio: la maglia che si ottiene con questo tipo di lavorazione è di forma rettangolare di misura variabile ed è indeformabile, cioè le dimensioni non variano quando il telo anti insetto è sottoposto alle sollecitazioni.
Le reti anti insetto sono disponibili nelle seguenti dimensioni:
Rete ANTI-CARPOCAPSA: H 2,50 – 4,00 – 4,60
Rete ANTI-SUZUKI: H 2,00 – 2,50 – 3,00

La rete antigrandine è realizzata dalla tessitura di monofilo plastico e viene utilizzata per coprire e proteggere adeguatamente i frutteti dai danni causati dalla grandine.
Va installata su apposite strutture e fissata in modo da garantire totale protezione dalle intemperie, mantenendo comunque una minima elasticità per evitare usure precoci del materiale.
Il materiale utilizzato per la realizzazione delle reti antigrandine è il polietilene ad alta densità (HDPE) di colore nero. Il filo utilizzato è realizzato per estrusione, fondendo e facendo passare attraverso delle griglie forate (estrusori) la materia prima; successivamente viene termostabilizzato, ovvero viene riscaldato per far diminuire tutte le ritrazioni che normalmente presenta il materiale plastico esposto a fonti di calore anche modeste.
Le reti antigrandine per frutteti sono realizzate lavorando il monofilo con una particolare tecnica chiamata tessitura a telaio; la maglia che si ottiene con questo tipo di lavorazione è di forma rettangolare 2,8 x 8 mm ed è indeformabile, ovvero le dimensioni non variano quando la rete è sottoposta ai carichi della grandine.
La tessitura delle reti è “a giro inglese”, ovvero il monofilo viene intrecciato in fili di trama e ordito.
La rete antigrandine è certificata e garantita nel tempo con relativa documentazione che viene rilasciata all’atto dell’acquisto.
La coltivazione dell’actinidia (kiwi) può essere minacciata da diversi insetti fitofagi, alcuni dei quali causano danni diretti ai frutti, altri indeboliscono la pianta rendendola più vulnerabile a malattie. Ecco i principali:
🐛 Insetti dannosi per l’actinidia
I frutteti di pesche e albicocche in Italia sono soggetti a diversi insetti dannosi che possono compromettere la qualità e la quantità del raccolto. Ecco i principali:

Nei frutteti italiani di mele e pere, diversi insetti possono causare danni significativi, sia alla pianta che ai frutti. Ecco i principali:

I pali in cemento armato precompresso sono realizzati con la tecnica della precompressione, la quale assicura una maggiore resistenza meccanica.
I pali in cemento Valente hanno forma trapezoidale con i quattro lati lisci e privi di spigoli, così da non usurare le reti anti-grandine negli impianti di frutteto. Nel fronte è presente il nostro marchio di fabbrica: la V di Valente!
I pali precompressi Valente sono realizzati attraverso la sapiente unione di due componenti fondamentali: il calcestruzzo (ghiaia e sabbia naturali miscelati al cemento PORTLAND 525) e la treccia in acciaio ad alto tenore di carbonio e a basso rilassamento (da due o tre fili intrecciati di diametro 2,25 mm).
La qualità dei pali precompressi Valente è garantita da DNV tramite apposito Certificato di Qualità Prodotto.
I pali sono disponibili nella versione KLASSIC nelle colorazioni grigia o marrone e in 9 sezioni, con altezze da 2 mt a 5,8 mt.